IL DOPOLAVORO DI GIRL ON BOARD – rubrica di Giorgia Lovisotto

 

Per gli addetti ai lavori, Interpack e Düsseldorf sono un binomio indissolubile da più di cinquant’anni. Croce e delizia per l’industria del packaging, che ogni tre anni richiama migliaia di espositori e visitatori. Una fiera lunga una settimana, con conseguente soggiorno forzato in terra germanica. E tutti subito a lamentarsi di quanto sia brutta, piccola e provinciale Düsseldorf. Ma non è proprio così. Per la sottoscritta, assai prima di immaginarmi un lavoro negli annessi e connessi dell’imballaggio, Düsseldorf era semplicemente “una città della Germania graziata dal tocco di Frank Gehry”. Dunque una città da vedere. Una città imperdibile.Perché, direte voi?! Chi è mai questo Frank Gehry?! Frank O. Gehry è un genio. Un architetto senza squadre né righelli. Incapace di linee o angoli retti. Ma in grado come pochi di creare architetture sorprendenti ed emozionanti, sorrette da muri sghembi e punteggiate da finestre sbilenche. Linee curve che sfidano la logica e la gravità. Volumi fluidi e avvolgenti. A Düsseldorf, sul lungofiume, nella riqualificata area del porto, ci sono tre edifici di Gehry, uno accanto all’altro, risalenti alla fine degli anni ‘90. Si chiamano Der Neuer Zollhof .  All’apparenza diversi, ma simili nelle loro sinuosità e scomposizioni. Rosso mattone, argento metallico e gesso bianco. Tre colori, tre materiali, tre altezze. A formate un tutt’uno. Un’armonia di spazi che dialogano con il contorno. A rendere Düsseldorf una città migliore e fortunata. In stato di grazia Gehryano. E anche tutti voi, in trasferta obbligata a Interpack 2017, siete fortunati. Perché avrete l’occasione di vedere (o ri-vedere) ciò che un certo Frank Gehry sa creare, senza squadre né righelli.