All’interno della Milano Food City 2018 si è svolto, presso la Sala Ciak dell’Anteo Palazzo del Cinema, #NonSprecoProteggo, un incontro, promosso dall’Associazione dei produttori di astucci e scatole pieghevoli, sulla prevenzione dello spreco alimentare, la conservazione del cibo e la sua valenza e sulla salvaguardia della dispersione delle emozioni, dei ricordi e delle cose preziose che caratterizzano la nostra vita. Hanno partecipato a #NonSprecoProteggo esperti di packaging e carta, di design, di cinema e diversi food journalist e blogger; durante la conversazione sono stati trasmessi frame del film “La grande abbuffata” di Marco Ferreri, per approfondire il tema del cibo come metafora di vita, concetto ripreso da alcuni partecipanti all’incontro

Con il patrocinio della seconda edizione della Milano Food City, il 10 maggio 2018 si è svolto #NonSprecoProteggo, un incontro promosso da GIFASP, l’Associazione dei produttori di astucci e scatole pieghevoli, per condividere una visione in cui il cibo (ma anche gli oggetti preziosi e/o in qualche modo importanti) deve essere conservato e protetto con cura. Questo evento si è posto in continuità con un serie di iniziative che GIFASP ha realizzato a partire da Expo Milano 2015 con il claim “La cultura della protezione e della sostenibilità”.

L’incontro organizzato da GIFASP ha avuto luogo nella Sala Ciak dell’Anteo Palazzo del Cinema di Milano, un ambiente raccolto ed esclusivo caratterizzato da una ventina di posti in comodi divani, su cui i partecipanti si sono disposti in modo informale per essere tutti sullo stesso piano, senza l’ingombro del tavolo degli oratori. Erano presenti in sala e coinvolti nei temi dell’incontro, tra gli altri, un esperto di design etico, un giovane critico cinematografico e blogger, Luca Cardone e vari giornalisti oltre naturalmente agli esperti di packaging e carta appartenenti all’Associazione, rappresentata dal suo past-president Fulvia Lo Duca, Managing Director del Gruppo Cartotecnico Abar Litofarma.

L’incontro #NonSprecoProteggo, strettamente riservato ad opinion leader, giornalisti e blogger, ha ripercorso con Luca Cardone le scene topiche del film di Marco Ferreri del 1973 “La grande abbuffata”: sono state infatti condivise opinioni ed idee su un tema tanto importante come conservare ciò che è prezioso, ciò che non va disperso ma protetto. L’arte cinematografica ha così aiutato a venire in contatto con le motivazioni più profonde dell’Associazione, attraverso una visione rivolta alla prevenzione dello spreco alimentare”: con il claim non si intende infatti solo lo protezione del cibo ma anche delle emozioni, dei ricordi, dell’immaterialità che rendono ricca la nostra vita… Il potentissimo messaggio lanciato in tempi non sospetti dal film di Marco Ferreri, proiettato in tre diversi momenti dell’incontro, ha evidenziato perfettamente il concetto del cibo come metafora di vita, facendo da “sollecitatore” alla conversazione e agli interventi in modo da approfondire una visione più attenta al cibo e alla sua conservazione.

I diversi interventi della giornata promossa da GIFASP hanno riguardato infatti i temi del cibo, dell’arte, della protezione e della sostenibilità; ecco alcune citazioni che riprendono questi concetti: Luca Cardone ha spiegato le metafore del film di Ferreri, iniziando dal tema della giornata, “che è ‘non sprecare e proteggere’; il nostro punto di ancoraggio è il cibo, tutto quello cioè che è il nostro fabbisogno. Il titolo dell’incontro esprime quindi una posizione rispetto ad un oggetto, il cibo, cioè una relazione, che è quella di cui parla il film: ‘La grande abbuffata’ rappresenta infatti una modalità con cui accedere al cibo, che, nel caso dell’opera di Ferreri, è devastante e causa di estinzione. Il regista nel suo capolavoro mostra che il cibo non è mai neutro e nel lungometraggio lo risignifica più volte rispetto alla nostra modalità di accesso. Vorrei dire infine che se negli ultimi 10 anni sosteniamo di essere quello che mangiamo, quello su cui non si è ancora abbastanza riflettuto è come e quanto mangiare (e ‘con chi mangiare’ è stato aggiunto dalla sala). La domanda che lascio aperta è: ‘il cibo è il mezzo o il fine del film di Ferreri?’”.

“La grande abbuffata” è stata protagonista anche nel momento che ha chiuso #NonSprecoProteggo, l’aperitivo ispirato alle ricette di Ugo Tognazzi (uno dei protagonisti del lungometraggio), rivisitato dall’Osteria del Cinema; le ricette degli assaggi gourmet sono state infatti tratte sia dalla “Grande Abbuffata” che dal libro “L’Abbuffone” di Tognazzi e hanno ripreso con i sensi la visione della grande opera di Ferreri. I partecipanti sono infine stati omaggiati da un “cadeau” di “Pourquoi Pas Design”, un libro, creazione della designer Francesca Meana, che ha una storia precisa: sono tutti volumi già letti, o da Francesca o da sue amiche e numerati in quanto copie uniche, che riportano sulla carta regalo una frase scelta, tratta dal libro stesso.

Fulvia Lo Duca, past-president dell’Associazione, riguardo il coinvolgimento delle aziende sulle tematiche della sostenibilità, ha specificato: “l’arte è certamente difficile da coniugare con il mondo aziendale ma in questo ed in altri casi ci sono stati tentativi andati a buon fine”. Una della parole chiave ricorrenti emerse dall’incontro è stata senz’altro la consapevolezza e su questo particolare Lo Duca ha sottolineato come “bisogna avere consapevolezza del valore dell’imballaggio, che serve a conservare il cibo; oggi l’opulenza fine a se stessa, legata ad una predisposizione esasperata verso lo spreco, ha fatto il suo tempo; il packaging è uno degli ‘attori’ di una nuova visione volta a proteggere la vita dei prodotti ma anche degli oggetti e a non sprecare”. Al termine dell’incontro, Fulvia Lo Duca ha affermato di sentire #NonSprecoProteggo come “un incontro di alto livello culturale e caratterizzato da un’atmosfera calda e partecipata, quasi da circolo letterario… Grazie agli interventi di tutti, ma proprio tutti, i presenti”.

Una visione a lungo raggio

A proposito del ruolo del packaging cartaceo e del rapporto che deve avere con il sociale, ha affermato Emilio Albertini, A.D. di A.P.G. e Presidente di GIFASP: “questa nuovo progetto targato 2018 della nostra Associazione, #NonSprecoProteggo, è un ulteriore segnale che vogliamo lanciare per un atteggiamento consapevole riguardo la protezione degli alimenti (ma non solo) all’interno del concetto di sostenibilità. Il packaging offre risposte incisive nei confronti dello spreco: avete mai pensato come sarebbe la condizione degli alimenti e degli oggetti a noi utili se improvvisamente tutti gli imballaggi sparissero? L’Associazione vuole quindi dare una risposta alla richiesta di sostenibilità attraverso una visione molto equilibrata del progresso, in cui, per esempio, i nostri fornitori sono ultra certificati riguardo la materia prima impiegata perché seguono le norme scandinave, che impongono la ripiantumazione dello stesso numero di alberi che sono stati abbattuti, in modo da salvaguardare il patrimonio naturale”.

Stefano Lazzari, board GrandesignEtico, ha fatto poi un parallelismo tra il film di Ferreri e i libri di De Sade: “guardando il film di Ferreri mi è venuto in mente De Sade e il suo romanzo ‘Le 120 giornate di Sodoma’, in cui in un caso il cibo, nell’altro il sesso rappresentano lo scenario in cui si svolge il dramma: nel caso di De Sade di un erotomane, che reitera un atto senza interesse e compassione; anche nel film ‘La grande abbuffata’ si mangia senza interesse e lo spreco è evidente… In entrambe i casi vi è un contrasto tra il controllo (e la governance) e la libertà, l’esercizio della quale in De Sade arriva fino alla morte (ma anche nel film di Ferreri) e senza alcun senso di colpa. Concludo dicendo che l’etica deve fare i conti con la vita ma, a mio parere, l’abbuffata può essere anche piacevole!”.

Lorenzo Guerra, iTalent Marketplace, ha invece sottolineato, a proposito del film di Ferreri, “che il pensiero non va avanti se continuiamo a dirci ciò che già sappiamo e ‘La grande abbuffata’ rappresenta un’interessante opera di rottura… Purtroppo ci potremo permettere ancora per poco tempo di sprecare, perchè la Terra su cui viviamo sta finendo le risorse e in particolare l’acqua, per il controllo della quale si scateneranno guerre negli anni prossimi a venire. Vorrei dire infine che uno stile di vita semplice, che si accontenta di poco, è una garanzia del vivere bene”.

#NonSprecoProteggo - CONCLUSIONI

Il progetto #NonSprecoProteggo non è perciò solo un claim ma una visione composita ed attenta alle esigenze delle persone e del pianeta, una nuova consapevolezza che deve contraddistinguere la quotidianità dei nostri giorni.