Sempre più spesso definiamo ecologici gli inchiostri per la stampa industriale, ma cosa significa realmente? Come si relaziona l’essere ecologico con i fluidi industriali? A questa e altre domande risponde un’indiscussa esperta del settore: Sherry Washburn, Supplies Business Unit Manager di Videojet Technologies, leader mondiale nelle tecnologie di stampa, marcatura e codifica, operativa anche in Italia.
I produttori, per stare al passo con gli esigenti programmi di produzione, richiedono tempi di asciugatura rapidi ed eccellente aderenza, che comporta l’utilizzo di solventi come chetoni e alcool. Questi solventi industriali ad asciugatura rapida sono composti organici (VOC), infiammabili e volatili, quindi gli inchiostri industriali si basano su materiali pericolosi che non sono precisamente in linea con l’idea di “ecologico”. I VOC sono più pesanti dell’aria, alimentano lo smog a livello del suolo e possono contribuire a reazioni fotochimiche nell’atmosfera.
Cosa si può fare per rendere gli inchiostri “più ecologici”? Ci sono tre approcci per raggiungere questo obiettivo: base d’acqua, solventi più sicuri oppure gli obiettivi di Responsabilità aziendale sociale (CSR). Il primo approccio è quello di utilizzare l’acqua, che non contiene VOC. Tuttavia l’acqua evapora molto lentamente, rendendo il tempo di asciugatura troppo lungo per le esigenze di produzione. Se non c’è abbastanza tempo durante il processo di codifica e marcatura, allora l’inchiostro avrà bisogno di asciugatura assistita. Un secondo approccio potrebbe essere utilizzare un solvente più sicuro, come l’acetone, che è esente dal Clean Air Act, della Agenzia per la protezione dell’ambiente (EPA) degli Stati Uniti. L’acetone non partecipa alle reazioni fotochimiche nell’atmosfera, quindi non danneggia lo stato di ozono. Un’altra opzione è quella di formulare gli inchiostri con etanolo, che ha un odore leggero e che spesso è utilizzato nel settore di alimenti e bevande. L’ultimo approccio consiste nello sviluppo di formulazioni dell’inchiostro che soddisfino gli obiettivi CSR aziendali come: assenza di agenti cancerogeni, mutageni, reprotossici (CMR), materiali che entrano in contatto con gli alimenti o sostanze controllate.
Se scindiamo gli inchiostri nelle loro parti costituenti, ci sono aree che possono essere bersagliate per rendere i fluidi meno”tossici”. I produttori dovrebbero controllare tutti i componenti degli inchiostri alla ricerca di sostanze pericolose, in particolare i CMR. Può essere opportuno rimuovere i componenti che sono classificati come CMR e sostituirli con alternative ed è possibile farlo senza avere ripercussioni sulle prestazioni dell’applicazione. Questa, per inciso, è la politica di Videojet Technologies.
I produttori, per capire cosa è importante per raggiungere i loro obiettivi CSR, dovrebbero guardare a fornitori di inchiostri e fluidi esperti che lavorano a stretto contatto con i clienti. Nella maggior parte dei casi, ci vengono richiesti prodotti senza MEK, quasi inodori e inchiostri che siano adatti per il packaging alimentare. Per rendere queste caratteristiche più riconoscibili, le abbiamo classificate in iQMark™. L’aumento esponenziale dei requisiti che i clienti devono considerare è in continua crescita e pensiamo sia nostra responsabilità di fornitori aiutarli il più possibile quando sono coinvolti CSR e idoneità. iQMark semplifica il modo in cui i materiali di consumo sono ordinati in base all’ottemperanza CSR, rendendo il processo di identificazione e selezione degli inchiostri il più semplice possibile. Inoltre il metodo di consegna dell’inchiostro può contribuire al raggiungimento degli obiettivi CSR. Le Smart Cartridge vuote non solo solamente riciclabili, ma non contengono più materiali pericolosi.
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