Nel corso degli anni Gualapack ha sempre profuso un impegno concreto nella sostenibilità attraverso iniziative ambientali, sociali, avendo anche una costante attenzione alla crescita economica sostenibile dell’azienda stessa nel mondo. “Per fare sostenibilità in azienda, non occorre essere una grande multinazionale” afferma Michele Marrone, Sustainability project leader dell’azienda.
Ecco il percorso in breve: nel 2017 l’AD Michele Guala ha deciso di organizzare ed armonizzare il ventaglio di iniziative creando un progetto specifico al fine di dare coerenza e costanza nel tempo, alle stesse dando vita ad un Comitato di Sostenibilità, di cui lui stesso è membro, con la mission di intraprendere un percorso che approdasse alla stesura di un report Gualapack, fotografia dell’impegno esistente e degli obiettivi futuri.
Il percorso in breve:
- Creazione di un logo rappresentativo dei 3 pilastri della sostenibilità: ambientale, sociale ed economica
- Revisione di Vision, Mission, Valori e comportamenti aziendali
- Studio dei possibili KPI con confronto di quanto esistente in letteratura
- Scelta dei KPI da monitorare e su cui darsi obiettivi di miglioramento
- Innovazione di prodotto e processo per minimizzare l’impatto ambientale e a favore della riciclabilità
- Adesione e partecipazione attiva ai tavoli di lavoro Europei sull’economia circolare, quali CEFLEX
- Certificazioni SEDEX ed ECOVADIS, B-CORP in divenire.
- Pubblicazione del primo Sustainability Report
- In futuro: estensione del Report, oggi avente perimetro EMEA, a tutta Gualapack nel mondo.
A questa premessa è importante aggiungere un’osservazione di carattere metodologico: per fare sostenibilità in azienda non occorre essere una grande multinazionale!
Ciò che contano sono la coerenza nella scelta delle azioni da intraprendere e la concretezza dei risultati raggiunti, che devono essere misurabili e avere una road map di miglioramento nel tempo.
Per questo per pubblicare il suo primo report di sostenibilità, Gualapack si è data l’obiettivo di fotografare lo status quo dei suoi siti EMEA, secondo alcuni indicatori universali della performance ambientale, sociale ed economica, presi dal GRI (Global Reporting Index) e attinenti agli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite (noti come UN Sustainable Development Goals). Per poter misurare correttamente l’andamento dei quattro siti, è stato in primis necessario uniformare i metodi e le unità di misura utilizzati, al fine di confrontare “mele con mele” e non “mele con pere”.
Inoltre è stato importante scegliere degli indicatori su cui ci fosse una base ricca di dati storici, da cui estrapolare un trend di miglioramento per gli anni a venire.
L’approccio è stato pertanto quello di puntare su pochi indicatori certi, senza voler “strafare”, ma volendo presentare un report ben circostanziato e ben supportato da dati tangibili.
Tra i risultati raggiunti dal 2013 al 2018, da sottolineare la drastica riduzione dei consumi di acqua, un significativo abbattimento delle emissioni di CO2, la diminuzione del tasso di incidenza degli infortuni e l’incremento delle ore spese in formazione dei lavoratori. In particolare, nel corso del 2018 è stata effettuata una formazione sulla raccolta differenziata e sul ruolo della plastica nella vita quotidiana, argomento di sostenibilità pertinente al settore di Gualapack, ovvero dell’imballaggio plastico flessibile, ad oggi sotto accusa come principale causa dell’aumento sconcertante di rifiuti plastici nei mari. Infine, lo scorso 21 settembre, Gualapack ha offerto ai suoi dipendenti e alle loro famiglie anche un Open Day presso il sito di Piacenza, dedicato proprio al tema della sostenibilità relativa all’imballaggio.
Sulla base della nostra esperienza possiamo quindi dire che non esistono “scorciatoie sostenibili”: ogni azienda, piccola o grande, può intraprendere un suo personale cammino di sostenibilità. Non conta quanto si fa purchè si sia coerenti: basta farlo bene e seriamente.
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