La produzione italiana di vino 2019 ha subito una battuta d’arresto a quota 46 milioni di ettolitri, facendo registrare un calo del 16% rispetto al 2018. I dati li riporta Il Sole 24 Ore, che aggiunge, però, che questo fattore non pregiudicherà la leadership dell’Italia, a livello mondiale, infatti Francia e Spagna, i due principali competitor, si sono fermate, rispettivamente a 43 e 40 milioni di ettolitri.
Per i produttori di vino, secondo Istat, potrebbe non essere un dato del tutto negativo, in quanto permetterebbe di liberarsi delle scorte accumulate, con la precedente vendemmia, che era stata molto abbondante. Questo, ovviamente, a patto che la domanda resti sostenuta e non è sicuro. Infatti il 2020 deve fare i conti con l’incertezza della domanda estera. Innanzitutto vanno considerati i dazi che potrebbero imporre gli Stati Uniti, che rappresentano il primo mercato estero di destinazione, ma non meno rischiosa si profila la Brexit che, secondo Coldiretti, ha spinto gli inglesi a fare scorta di Prosecco, con una crescita del 13% dell’import nei primi nove mesi 2019. Tra i mercato emergenti, la Cina rimarrà interessante per gli esportatori, ma gli esperti del settore stimano che Singapore, la Repubblica Ceca e Taiwan abbiano il più alto potenziale come nuovi mercati del vino nei prossimi cinque anni, come emerge dall’ultimo Concours mondial de Bruxelles..
Invece dal lato dei produttori di packaging, il calo avrà presumibilmente una ripercussione sulle quantità. L’ottima qualità del vino potrebbe forse dare impulso all’innovazione nelle bottiglie e spingere ulteriormente sui nuovi trend del mondo delle etichette, che stanno lavorando, in particolare, sulla comunicazione, utilizzando le nuove tecnologie di stampa e relative alla realtà aumentata.
Sul fronte mercato interno, in particolare, il punto di maggiore debolezza sembra essere rappresentato dalle vendite in GDO, che apre uno scenario di leggera incertezza per il 2020. Uno studio si IRI , infatti, ha evidenziato come nell’ultimo trimestre 2019 siano stati particolarmente evidenti i segnali di indebolimento per le vendite dello 0.5%, con un calo dell’1.3% per i vini fermi e un incremento dell’1.4% per i vini spumanti (+3.7% per lo Champagne). L’anno, iniziato positivamente, ha subito una decelerazione nell’ultima parte dell’anno.
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