di Marina Camporese
Il mondo dei cosmetici , con il nuovo Regolamento (UE)1223/2009 si è avvicinato alle problematiche relative alla sicurezza del packging , poichè l’imballaggio non ha più solo una funzione di contenitore, soprattutto con finalità estetiche e di marketing, ma è una componente del prodotto cosmetico finito, ed in quanto tale deve garantire la sicurezza del prodotto contenuto.
Infatti il Reg.(UE)1223/2009 relativo alla produzione e commercializzazione dei prodotti cosmetici, in ottica di garantire la sicurezza del consumatore finale, prevede che il valutatore della sicurezza consideri tutti gli ingredienti cosmetici , comprese le possibili tracce di sostanze, le prevedibili condizioni d’uso e anche le caratteristiche del materiale da imballaggio e le possibili interazioni con il prodotto cosmetico.
Una semplice frase riportata nell’allegato I, sezione 4 (“La relazione sulla sicurezza dei prodotti cosmetici contiene, almeno, gli elementi seguenti: …4) Impurezze, tracce, informazioni sul materiale d’imballaggio”), ha in realtà creato molte perplessità nei produttori di cosmetici e nei produttori di packaging, spesso a digiuno di conoscenze riguardanti possibili migrazioni / interazioni fra imballo e cosmetico. Si sono create delle situazioni di disagio da parte di entrambi gli attori coinvolti, con richieste spesso inutili o eccessive e comunque non sempre adeguate.
Sicuramente i produttori di packaging e i produttori di cosmetici si sono trovati a in difficoltà nel affrontare argomenti per loro ancora poco conosciuti, e spesso si è appesantita la mole di informazioni da trasferire lungo la supply chain, con informazioni a volte inutili, a volte insufficienti.
La Commissione Europea ha cercato di correre ai ripari con alcuni Circolari esplicative dove sono stati definiti alcuni capisaldi ed un approccio pragmatico alla problematica:
– per materiale da imballaggio si intende l’imballaggio primario o contenitore del cosmetico,
– può essere utile utilizzare come riferimento il Reg. (UE) 1935/2004 che si riferisce al materiali a contatto con gli alimenti. Questo perché la normativa che riguarda i materiali a contatto con gli alimenti (MOCA) ha alle spalle un percorso più lungo e rodato nel corso degli ultimi 3-4 decenni e questo ha fatto si che molte sostanze / ingredienti utilizzati nella produzione dei MOCA sono già stati sottoposti a valutazione tossicologica (ovviamente per quanto riguarda l’ingestione).
-La comunità scientifica è concorde nell’affermare che l’ingestione è un caso peggiore rispetto alla contatto cutaneo. Sarà importante poi che il Valutatore della sicurezza utilizzi un approccio di valutazione del rischio che consideri i dati esistenti, le interazioni possibili fra packaging e prodotto, le proprietà barriera del materiale da imballaggio, la migrazione di sostanze in entrambe le direzioni.
Nel caso dei prodotti cosmetici ci troviamo di fronte ad una matrice spesso molto complessa, in alcuni casi molto diversa dagli alimenti ( e quindi i simulanti alimentari utilizzati nei test previsti dalla normativa MOCA non sempre sono rappresentativi), che talvolta può interagire con il packaging, a volte i contenitori sono fabbricati con materiali diversi ( es. flaconi con tappo e dispenser,…)
Per questo motivo l’ Istituto Italiano Imballaggio ha avviato un tavolo di lavoro, attivando una Commissione dedicata alla definizione di linee guida sulla sicurezza del packaging cosmetico.
Dopo aver presentato ufficialmente nel 2016 le “Linee guida per la definizione delle caratteristiche del packaging come parte della valutazione della sicurezza del prodotto cosmetico: suggerimenti operativi per gli adempimenti previsti dal regolamento 1223/2009 in tema di packaging”, la Commissione si è rimessa al lavoro con l’obbiettivo di approfondire ancora di più la tematica, in particolare per la prima volta, con uno studio, condiviso fra i laboratori partecipanti, aziende e fornitori di imballi , che porti alla messa a punto di metodi destinati all’attività di testing su quei materiali destinati a contenere matrici cosmetiche particolari, con caratteristiche non assimilabili ai simulanti alimentari utilizzati finora per i MOCA.
Ci riferiamo a cosmetici, riducenti, ossidanti, prodotti con ph fortemente alcalino, ma anche semplici detergenti.
Sono state definite in maniera chiara le matrici cosmetiche, partendo da frame formulation che possono essere assimilate agli alimenti e, quindi, la compliance del packaging può essere data con tests proposti dalla normativa MOCA mentre per le altre saranno valutati simulanti innovativi, che il gruppo di lavoro ha individuato e sta iniziando a testare sia per quanto riguarda le prove di migrazione globale, che specifica.
Al termine del lavoro la Commissione ha l’obiettivo di presentare delle Linee Guida molto tecniche che dovranno facilitare la comunicazione fra gli stakeholders, stabilire un approccio alla tematica, condiviso fra produttori di packaging e produttori di cosmetici ,uniformare i metodi analitici e individuare una metodologia di studio e valutazione del rischio simile a quella utilizzata per i materiali a contatto con gli alimenti….e l’esperienza ci insegna che la formazione e la diffusione della conoscenza aiutano a superare tutti gli ostacoli, soprattutto quelli che sono frutto di una comunicazione frammentaria e che utilizza linguaggi diversi.
Marina Camporese
Food Contact Expert AIBO n.071
Dipartimento di microbiologia
Ecam Ricert
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