Non è una novità di oggi, ma ormai da qualche anno i produttori turchi di imballaggio – in particolar modo del comparto flessibile – si stanno imponendo come accaniti competitors. Si è visto anche allo scorso Interpack, dove la presenza degli stand turchi ha raggiunto quota 191, un numero ragguardevole.
Secondo Zeki Saribekir, Presidente della locale Packaging Manufacturer Association, qualità, rapidità, logistica e collocazione geografica, sono i plus che possono favorire la Turchia rispetto al resto d’Europa.
Nel 2016 (secondo quanto riportato dalla newsletter WPO ) l’industria turca del packaging ha raggiunto il traguardo di 1,9 milioni di tonnellate di imballaggi esportati, per un controvalore pari a 3,8 miliardi di dollari. L’esportazione è aumentata del 13%, per un disavanzo del commercio estero del settore, pari a 647 milioni di dollari. In calo invece l’import.
Per quanto riguarda l’Italia, il commercio estero – rimasto stabile, rispetto al 2015 – si attesta a circa 2.707 milioni di tonnellate, di cui il 67% nell’area UE e il restante 33% verso il resto del mondo, di cui i maggiori flussi continuano a interessare la Turchia e i paesi del Nord Africa, come riporta l’analisi di Barbara Iascone, su Imballaggio in Cifre, report statistico del settore, edito da Istituto Italiano Imballaggio.
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