Il marketing delle aziende, le agenzie di comunicazione, la stampa, i designer, tutti si affannano a scrivere e interpretare il futuro in tema di consumi, preferenze dei consumatori, tendenze, tanto nell’ambito di prodotto quanto di packaging design. Ma quanto ci siamo soffermati a pensare che una stessa tendenza può avere più di un piano di lettura, a seconda della nostra cultura, geolocalizzazione, età e forse anche credo religioso?

Insomma uno stesso fenomeno cambia se lo valutiamo “out of the box” della nostra gabbia mentale.

E’ recente uno studio realizzato dalla multinazionale Crown Holding sulle preferenze dei consumatori in tema di packaging. I fenomeni sono abbastanza universali, se rapportati ai paesi più sviluppati, ma la motivazione che li ha generati è diversa da zona a zona.

Al punto numero 1 troviamo i piccoli formati. In Italia, parlando di cibo, li addebiteremmo alla scarsa crescita demografica e al proliferare dei single e anziani soli. In UK si possono rapportare al fenomeno sociale dell’aumento del numero dei salutisti, attenti alla dieta e al controllo delle calorie, da qui il piccolo formato, che può aiutare a consumare una corretta quantità di prodotto, tenendo sotto controllo l’apporto calorico.

Un altro aspetto che si presta a più di una interpretazione, a seconda della prospettiva da cui lo valutiamo riguarda l’ottimizzazione del formato del packaging, ad esempio del convenience food. Siamo portati a pensare che una confezione, riprogettata per essere misura di contenuto o della singola porzione, per la specifica occasione di consumo, sia garanzia di riduzione dello spreco. Ci sono invece correnti di pensiero di consumatori di cultura anglosassone per cui una confezione più grande ma richiudibile è la risposta alla tendenza no waste.

E un’ultima considerazione riguarda la trasparenza. E’ da intendere in senso letterale o figurato? Se guardiamo alle preferenze del consumatore italiano, sempre un po’ scettico, dobbiamo concludere che la confezione fisicamente trasparente sia la risposta a ogni dubbio e, quindi, vai con la pasta in flowpack interamente trasparenti o in cartoncino finestrato, ma la stessa considerazione vale anche per i salumi preconfezionati in vaschetta, che ci permettono di vedere bene l’aspetto del contenuto. Poi si deve lavorare sotto l’aspetto tecnico, per realizzare film che preservino il prodotto dalla luce. Per altri consumatori invece la trasparenza può essere esplicitata più semplicemente con grafiche pulite ed etichette chiare, che facilitano la tracciabilità e le informazioni.