di Daniela Aldrigo, responsabile area tecnica e regulatory affair, Istituto Italiano Imballaggio

I materiali metallici  sono fortemente presenti in varie forme e tipologie. Fermo restando che per la conformità al contatto con gli alimenti valgono gli stessi principi di base (Reg. “quadro” 1935/2004 e Reg. 2023/2006 sulle GMP), alcuni materiali metallici si avvalgono anche di disposizioni specifiche, in Italia:

  • Alluminio: DM 76/2007
  • Banda stagnata: DM 18/2/84
  • Acciaio inox: DM 21/3/73

L’acciaio inox è la lega in cui ci si imbatte più di frequente se pensiamo a macchinari e utensili per la preparazione degli alimenti. L’approccio previsto dalla legge prevede la verifica della conformità compositiva delle leghe autorizzate e il rispetto dei limiti di migrazione globale e di migrazione specifica per tre metalli della lega: cromo, nichel e manganese, in condizioni di contatto con il simulante diverse a seconda che il materiale o l’oggetto siano destinati a contatto breve o prolungato, a temperatura ambiente o a caldo.

Per L’ALLUMINIO non “verniciato” sul lato a contatto con l’alimento, la legge non prevede prove di migrazione ma verifica dei requisiti di composizione e purezza dei metalli che compongono la lega.Di maggior rilievo sono invece le prescrizioni da fornire al consumatore circa le modalità di utilizzo di oggetti come ad esempio  vaschette e foglio sottile:

per tempi di contatto < 24 h, si può utilizzare l’oggetto in qualunque condizione di temperatura

per tempi di contatto >24 h: si può utilizzare l’oggetto a temperatura refrigerata, oppure a temperatura ambiente ma solo per alcuni tipi di alimenti (“secchi”).

Va inoltre indicato che l’alluminio non è idoneo al contatto con alimenti “fortemente acidi” o “fortemente salati”.

La legislazione sulla BANDA STAGNATA (un sottile foglio di acciaio rivestito, su entrambi i lati, da un ancora più sottile strato di stagno) che viene utilizzato in prevalenza per le scatole per conserve vegetali e di carne, prevede invece:

  • verifiche di composizione della banda stagnata (acciaio di base, rivestimento di stagno e lubrificanti superficiali)
  • rispetto dei limiti di migrazione per ferro e stagno e le modalità di campionamento
  • rispetto della migrazione organica globale
  • verifica dell’idoneità del lamierino di banda stagnata di provenienza extra UE

Esiste poi una moltitudine di oggetti/semilavorati realizzati in metalli e leghe che non sono disciplinati da disposizioni di legge specifiche. Come comportarsi in questo caso? Possono comunque essere utilizzati al contatto con gli alimenti?

La risposta è sì, purché  siano corredati da Dichiarazione di Conformità suffragata da Documentazione di Supporto costituita da evidenze attendibili, in base alla legislazione applicabile e alle conoscenze attuali della scienza e della tecnica. Il problema quindi, nasce spesso su come valutare l’idoneità dal punto di vista analitico/documentale. Innanzitutto bisogna definire di che materiali stiamo parlando:

  • Acciaio non inox
  • Rame
  • Ottone
  • Leghe di zinco
  • Altre leghe

Sono presenti più spesso sotto forma di utensili da cucina e/o parti di macchinari e impianti. In questi casi, oltre all’esperienza del laboratorio a cui ci si affida, è necessario approntare un’accurata analisi del rischio.

Trattandosi di metalli è necessario monitorare gli elementi della lega al fine di ridurre i rischi per la salute derivanti dall’esposizione del consumatore a determinati ioni metallici rilasciati negli alimenti; se il rilascio supera i valori tossicologici di riferimento, può subentrare anche un’alterazione inaccettabile della composizione dell’alimento e delle sue caratteristiche organolettiche.

It also provides technical information on specific release limits (SRLs) for metals and analytical methods for release testing of food contact materials and articles made from metals and alloys.I n mancanza di disposizioni di legge obbligatorie con indicazioni sui test da eseguire, possono essere d’aiuto documenti quali:

  • Resolution CM/Res(2013)9 on metals and alloys used in food contact materials and articles La prima parte della guida si basa su un esteso studio di risk assessment su metalli e leghe metalliche: li suddivide in due classi, i metalli in quanto elementi di metalli e/o leghe, e i metalli in quanto contaminanti e/o impurezze, e per ciascuno di essi fornisce i dettagli tossicologici degli studi a questi correlati.
  • Nei casi in cui gli studi di risk assesment hanno evidenziato un TDI (Tollerable Daily Intake, ovvero Dose giornaliera Tollerabile) viene determinato l’SRL (Specific Release Limit) specifico per l’elemento al di sotto del quale è ritenuto sicuro.
  • Questa guida tecnica non è legalmente vincolante, ma contiene elementi utili alla verifica del rispetto dell’articolo 3 del Regolamento 1935/2004.
  • Nota Ministero della Salute n. 20072 del 20 maggio 2014 “Indicazioni per i controlli su oggetti in leghe metalliche e su oggetti rivestiti di smalto porcellanato destinati al contatto con alimenti.” La nota riporta indicazioni operative nei controlli per articoli metallici di acciaio non inox non rivestiti, senza limitazioni di impiego (destinati a tutti i tipi di alimenti) o destinati esclusivamente a specifiche tipologie alimentari.

La valutazione della conformità al contatto alimentare è una valutazione del rischio su eventuali sostanze migrate nell’alimento nelle condizioni di utilizzo il più possibile riproducenti le reali condizioni d’uso; essa deve essere effettuata caso per caso e si basa su tre fattori principali:

  • conoscenza della lega metallica attraverso specifiche di acquisto che poggia su schede tecniche composizionali della lega
  • conoscenza delle lavorazioni sui metalli
  • conoscenza della tipologia di alimenti cui l’oggetto è destinato (valutazione del worst case e condizioni di contatto (tempo e temperatura)

La Valutazione del rischio si determinerà con:

  • l’esecuzione della prova di migrazione simulando le condizioni reali d’uso e la determinazione dei metalli migranti;
  • la quantificazione dell’esposizione;
  • la stima dell’assunzione giornaliera da parte dei consumatori e il confronto con il TDI (dose giornaliera tollerabile).